Viaggio in Albania - 12a parte
il Diario...
A Shkoder (albanese Shkodër oppure Shkodra - italiano Scutari) , come si vede nella foto, la bici è molto usata, è un mezzo di trasporto popolare.
Uomini e donne, giovani ed anziani, su strade che sembrano bombardate e spesso allagate, pedalano con bici antiche con quella lenta pedalata che consente l'unico rapporto. Invece i "ciclisti" con la bici da corsa e la pedalata agile sono rarissimi, in un mese ne ho visti due.
Ieri sera, alla ricerca di un punto elevato per osservare il tramonto sul lago, avevo provato a raggiungere l'illirico Castello di Marshej (albanese Kalaja në fshatin Marshej) senza riuscirci: ci andrò oggi. Ho poche righe di appunti che ne parlano e non ho le coordinate del castello.
Individuato il villaggio di Marshej [mappa] mi rendo conto che non c'è una strada rotabile per salire al castello e dopo qualche esitazione decido di lasciare la macchina ed avventurarmi a piedi. L'anziano signore a cui chiedo informazioni non conosce l'inglese ma mi fa capire che non c'è un vero e proprio sentiero e che non debbo prendere di petto la rocca. Insiste nel farmi entrare e parcheggiare l'automobile nella sua villa.
Lo stretto viottolo ha il fondo di pietre smosse come dal passaggio di un gregge, c'è un po' di foschia e fa molto caldo, e ne farà sempre di più con l'aumentare della pendenza e dell'ora. Arrivo ad una radura indicatami dall'anziano del villaggio, io proseguo sempre guardando in alto per scorgere i ruderi di mura o torri. Ora la salita è quasi una arrampicata tra massi calcarei erosi (alcuni sembrano groviera) cespugli e spine.
Rientrato a Shkoder casualmente mi imbatto nel ristorante Tradita G&T che mi è noto di fama. L'ambiente rustico è molto bello quello che stona è il contesto della via che lo ospita. Vi dirò che entrando ho percepito un po' di snobbismo... non amo molto l'etichetta. La prima pietanza è un piccolo peperone ripieno di riso i cui chicchi più vicini all'apertura sono secchi, tostati, sembra che il peperone sia stato riscaldato e più volte. Dopo qualche incomprensione con i camerieri stabiliamo le portate che mi verranno sortite (da sorteggiate :-) in quest'ordine. L'antipasto di peperoni ripieni di riso e melanzana farcita non sembrano di preparazione recente, non come il primo assaggiato ma quasi! Poi arrivano 3 nodi di salsiccia di un rinsecchito che fa il paio con il primo peperone ripieno. Le patate cotte nella cenere, che si fanno attendere ed arrivano dopo aver pazientato e mangiato molto lentamente i primi due nodi, mi sono piaciute come mi è piaciuto l'infuso di corbezzolo servito con fetta di limone e ghiaccio ma che arriva dopo la salsiccia e prima delle patate! A questo punto avevo dimenticato di aver ordinato un risotto alle verdure anche questo buono. Per ultimo il conto, salato, 2500 lek al cambio 18 euro.
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 56 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
Sono le 16:15 ed il cielo è nuvolo, non rumoreggia come ieri ma la luce è pessima... non uscirò ma resterò in camera a controllare e ripulire l'attrezzatura fotografica, riposarmi e studiare le prossime tappe.
del 17° giorno 04-08-2012 - Oggi andrò a visitare l'area turistico montana di Razem (albanese Razëm)
Dopo Koplik si vedono in successione le montagne di Qafe Grade nella municipalità di Shkrel.
Nella fotografia albeggia su queste montagne.
Dopo aver visitato il villaggio di Theth, Razem mi lascia alquanto indifferente e non approfondisco, torno indietro a Koplik e prendo la strada per Tamare (albanese Tamarë) nella municipalità del Kelmend. [mappa]
Nelle vicinanze di Hot il manto stradale asfaltato è in rifacimento e la strada è tutta un cantiere.
Annoto qualche coordinata sugli scorci più interessanti e faccio anche qualche foto ma sia le condizioni atmosferiche che l'ora non sono delle migliori.
Al fondo della valle, transitando per il ponte sul fiume Cemit, la quota è di ca 335m s.l.m., poco oltre si trova una fontana dove tutti si fermano a rinfrescarsi con le acque gelide.
Arrivato a Tamare (albanese Tamarë) faccio benzina che risulta la più cara di tutta l'Albania: ben 222 lek al litro, benzina d'annata... venduta in bottiglia di plastica da 1,5 litri. L'unica pompa distribuisce solo diesel. Il giovane che mi rifornisce l'automobile con un imbuto metallico, mi aiuta ad individuare l'osteria al centro del villaggio dove per 700 lek mangio 2 trote fritte, una grande l'altra più piccola, accompagnate da riso ed un po' d'insalata. Sono tutti molto cortesi e felici ma anche sorpresi che ci sia un turista da solo. Vado a dare anche un'occhiata al punto informazioni di Tamare dove mi omaggiano della mappa turistica con le attrazioni della municipalità del Kelmend. La ragazza che mi accoglie timidamente è sollevata dal fatto che sono italiano perchè non parla bene l'inglese ma l'italiano si!
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 113 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
Riprendo a guidare in direzione del ritorno, mi attendono all'incirca altri 30 km di off-road anche se a tratti relativamente scorrevoli.
Scriveva M. Edith Durham ["High Albania"] durante il suo viaggio su queste montagne: “penso che nessun luogo abitato da esseri umani mi abbia dato una tale impressione di isolamento dal mondo. E’ un posto dove i secoli rinsecchiscono, il fiume forse è la sorgente del mondo, le sue rive la patria di passioni elementari, rapide ed incandescenti”.
A distanza di più di un secolo, nella terra in cui vive il passato le traccie della modernità ci sono e stonano ma sono l'eccezione e sostanzialmente la vita scorre ora come allora.
In discesa sul versante opposto, nei pressi di Brigje, ci sono altri tornanti con una interessante vista sul lago di Skadar (albanese Liqeni i Shkodrës) peccato che ci sia parecchia foschia. Decido di non aspettare invano un miracolo atmosferico che mi sembra altamente improbabile.
Rientrato a Shkoder (albanese Shkodër oppure Shkodra - italiano Scutari) compro una ricarica da 1000 lek Vodafone e telefono per confermare alla guest house il mio arrivo per il giorno dopo, domenica, nella Valle di Theth.
A fine giornata le statistiche del GPS segnano altri 101 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
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