Viaggio in Albania - 11a parte
il Diario...
del 15° giorno 02-08-2012 - Oggi raggiungerò il Parco Nazionale di Theth (albanese Parku Kombëtar i Thethit) tra le Alpi Albanesi (albanese Bjeshkët e Namuna oppure Alpet Shqiptare) per la strada più breve, la settentrionale, ca 75 km di cui gli ultimi 25 km di strada accidentata [mappa].
Parto alle ore 6:00 ed arrivo dopo 5 ore, guidando con molta calma e facendo molte brevi fermate. Impiego 3,5 ore per percorre gli ultimi 25 km in fuori strada, quasi tutti in seconda marcia a 10-15 km/h in salita ma non è che in discesa si possa andare più veloci.
Superata la cittadina di Koplik (albanese Koplik i Poshtëm) la strada asfaltata si restringe (quando si incontra un'altra auto che procede in senso contrario è difficile tenere le ruote sull'asfalto).
Il paesaggio si fa meno antropizzato, più naturale, le abitazioni e le automobili si diradano, si fa più godibile alla vista.
Ma è a Boge, (albanese Bogë oppure Boga) dove finisce la strada asfaltata, che il paesaggio comincia a diventare maestoso incorniciato com'è da pascoli verdeggianti e dalle cime rocciose delle montagne.
Il villaggio di Boge si trova a ca 900 metri s.l.m., quando d'inverno inizia a nevicare è il limite oltre il quale non è possibile andare. Qui la neve è una cosa seria che inizia a novembre, finisce a maggio e può raggiungere anche i 3 metri!
Bellissime le tradizionali recinzioni a fasciami di legno grezzo che si integrano naturalmente nel paesaggio rurale e montano.
A ca 1650 metri s.l.m. (Qafe Thore) si trova questa croce arrugginita a testimoniare la fede cattolica cristiana che contraddistingue questi territori del nord dell'Albania i quali all'arrivo degli Ottomani resistettero all'islamizzazione molto più attivamente ed a lungo del resto dell'Albania grazie anche alla loro ritirata strategica in queste zone impervie di montagna. Il cattolicesimo in Albania è fortemente minoritario (10%) sia rispetto ai cristiani ortodossi del sud dell'Albania (20%) che sopratutto dei musulmani (70%).
Le Alpi Albanesi Settentrionali sono una catena impervia che forma il confine settentrionale dell’Albania. Presenta creste aspre e cime frastagliate la cui parte centrale è costituita dai cosiddetti Monti Maledetti.
Raggiunta la quota più alta del passo Qafe Thore si gode dell'ampio e spettacolare panorama delle catene montuose e delle vallate.
E' qui che si incontrano la Valle di Boge a ovest, la valle di Shala (albanese Shalë) a sud, la valle di Valbona (albanese Valbonë) a est, e il valloncello che porta al passo per le Prokletije, le “Montagne Maledette” a nord.
Superati i 1700 m. di quota inizia la discesa nella Valle di Theth che si trova all'interno della Valle di Shala che è percorsa dall'omonimo fiume. Sono all'incirca le 11.00 quando raggiungo il fondo della valle ed il ponte sul fiume Shala (un po' più a sud c'è il vecchio ponte di tronchi ed assi di legno).
Continuo l'esplorazione sulla strada sterrata che percorre il fondo valle sulla riva destra del fiume in un contesto idilliaco, peccato che il cielo si stia adombrando ed ingrigendo.
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 75 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
Giunto al Canyon di Grunas, 2,5 km. più a sud, parcheggio l'automobile e mi accingo a scendere nella gola ma un piede mi scivola, in contemporanea mi sfuggono l'esclamazione "MINCHIA" - la vivace esclamazione non credo che sia stata compresa dalla coppietta di giovani che risaliva :-) - e dalle mani il palmare TYTN II che descrive una parabola di qualche metro e ricade su una pietra separandosi in tre parti: il corpo, la batteria ed il coperchio posteriore. Ho raccolto i cocci, incrociati i diti e dopo un paio di riavvi con il display bianco ha ripreso a funzionare, almeno pare. E' in forse l'intero viaggio e mi sentirò tranquillo quando sarò sicuro che sia completamente funzionante e mi riprometto di comprarne uno di riserva.
Riprendo la discesa con maggiore cautela. Oltrepassato il canyon mi dirigo ad esplorare la sponda opposta che so nasconde una cascata che riuscirò a vedere da lontano.
Se considerate che il villaggio di Theth è un insediamento di case sparse, qui invece vi trovate case tradizionali in pietra ravvicinate tra loro con le loro caratteristiche e bellissime recinzioni di legno a scandola.
Nella foto una abitazione tradizionale in posizione dominante su una collinetta, sembra disabitata e purtroppo hanno sostituito il tetto tradizionale di scandole di legno con una volgare copertura ondulata. L'escursione è piacevole e piena di sorprese ma ora pioviggina e decido di ritornare alla automobile.
Mangio i resti del pollo di ieri sera ed un po' di frutta lavata nelle acque cristalline e gelide del fiume Shala e poi ritorno verso il centro di Theth per stabilire un contatto per un eventuale pernotto nei prossimi giorni (stanotte dovrei rientrare a dormire a Shkoder).
Ci sono numerosi cartelli segnaletici e molti ragazzi che salutano e cercano di avvicinarmi per propormi i loro alloggi ma avendo l'automobile preferisco allontanarmi dal centro alla ricerca di qualche guest house più isolata e lontana da echi turistici.
La guest house Ndoc Gjeçaj, una pensione in famiglia in una bella struttura tradizionale in pietra, sembra fare al caso mio.
Vengo accolto dalla esuberante Leze e superiamo le difficoltà linguistiche di reciproca comprensione con l'intermediazione al telefono della sorella.
So già che nelle guest house non hanno camere singole, l'offerta è a posto letto ma preferisco dormire da solo e debbo essere sicuro che sia ci sia l'elettricità e possibilmente in camera.
Concordiamo il mio arrivo per Domenica quando molti ospiti andranno via, qualora dovessero arrivare altri ospiti potrei scegliere tra pagare il secondo posto o andare via.
Il tempo non migliora e giù nella valle il sole scomparirà presto, sono le 15.30 quando decido di riprendere la strada del ritorno mi aspettano altre 5 ore di guida ed altre 3 ore di buche e sobbalzi.
Quando giungo vicino a Koplik c'è ancora luce anche se il cielo è leggermente velato e decido di navigare a vista su sterrate a fondo pietroso (ho la nausea dei fondi sconnessi) verso la costa del lago di Skadar (albanese Liqeni i Shkodrës) alla ricerca di una inquadratura del lago con lo sfondo delle catene montuose nel Montenegro. Il lago si vede poco perchè la zona è piatta e non ci sono rilievi facilmente accessibili.
La giornata estremamente stressante si conclude mangiando a Shkoder (albanese Shkodër oppure Shkodra - italiano Scutari) una pizza (700 lek).
A fine giornata le statistiche del GPS segnano 101 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
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