Albania, Tour Balcani 2011_11
Info e Foto Viaggio in Albania - Tour Balcani Occidentali 2011
del 12° giorno 15-07-2011 - Alle 6:35 lascio l'Hotel Kocibelli a Korca (albanese Korçë oppure Korça) e mi rimetto in viaggio alla guida dell'auto: la strada per Pogradec (albanese Pogradeci), il Lago di Ohrid (albanese: Liqeni i Ohrit) ed il confine macedone punta a nord. [mappa]
Korce vanta una monumentale Cattedrale della Resurrezione (albanese: Katedralja “Ngjallja e Krishtit”) di rito cristiano ortodosso.
Poco dopo essermi messo in viaggio "rubo" una inquadratura di tre giovani donne che raccolgono fiori di cui non so dirvi il nome ne il loro utilizzo. Rivedrò gli stessi fiori nel pomeriggio stesi ad asciugare nel villaggio di Lin.
Due delle ragazze nonostante il caldo, la temperatura media a luglio è di 28°, vestono coprendo il capo, più o meno tradizionalmente, e con maglie a manica lunga che non sono di cotone, l'altra invece veste con maglietta a manica corta ed a capo scoperto.
La pianura che si distende da Korca verso Pogradec ha una grande bellezza rurale ed è febbrilmente lavorata. Si vedono grandi estensioni di terreno coltivate, qualche macchina agricola ed anche le dimensione degli armenti testimoniano che l'agricoltura supera - appena un po' - il livello si sussistenza. Coriza (il nome italiano di Korca) è ai margini di una ex area paludosa i cui lavori di bonificazione furono iniziati durante l'occupazione italiana dell'Albania.
Arrivo verso le 8:30 a Pogradec in posizione amena sulla riva del grandissimo lago di Ohrid (albanese Liqeni i Ohrit - italiano Ocrida) uno dei più antichi comparsi sulla terra. La cittadina è piacevolmente animata, la vita sul lungolago - in parte isola pedonale - è simile a quella di un lungomare, ma ne manca l'odore e la sabbia. Guidando in direzione del confine macedone alla ricerca di un albergo un po' fuori mano per poter risparmiare, mi imbatto nell'Hotel Klesi, una palazzina nuova e colorata in stile Tirana, dove contratto una stanza matrimoniale a 1500 leke.
Sistemati i bagagli, andrò un po' in giro. Prima raggiungo la vicinissima dogana al confine con la Repubblica Macedone, poi faccio il pieno di benzina a 162 leke per litro ed guido fino a Pogradec. In una ferramenta mi regalano un metro di cordoncino che mi servirà a sostenere i pantaloncini comperati a Berat: i bottoni cadono uno dopo l'altro e non ho una cintura. Non amo tutto ciò che stringe, lega: il cinturino dell'orologio che non indosso più da anni, il colletto della camicia e peggio ancora la cravatta ma anche gli anelli :-)
Mi fermo a mangiare in un byrektore, piccoli locali dove si servono i byrek (oppure burek) una sfoglia leggera e croccante insaporita in vari modi. Una simpatica donna anziana li frigge all'istante: ne consumerò tre pagando 120 leke e poi rientro all'albergo per riposare e documentarmi un po'.
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 65 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi coperti in 5:20:00.
Nel pomeriggio, un po' dopo le 16:00, mi rimetto in viaggio sulla strada che porta ad Elbasan per raggiungere la ridente penisola di Lin (albanese Lini), uno sperone roccioso sul lago di Ocrida. [mappa]
Raggiungo Lin, parcheggio la macchina e mi incammino per l'unica via del pacifico villaggio fino a raggiungere, seguendo un sentiero, l'estremità della penisola.
La vita del villaggio è ancora scandita dagli antichi cicli contadini: semina, coltivazione, raccolta e conservazione.
Nel cortile si svolge la quotidiana vita familiare: le sementi sono stese ad asciugare, una donna anziana sta preparando la lana, altre due chiacchierano, i bambini giocano e le galline razzolano.
In quest'altra fotografia una donna sta separando i semi dalla pula con metodo antichissimo.
Sulla strada del ritorno, alla ricerca di soggetti fotografici in una serata in cui il sole, mio malgrado, sta impallidendo, casualmente imboccherò una bianca sterrata polverosa che mi condurrà in prossimità della riva del lago la cui superficie è ricoperta da canneti.
Vi sono anche alcuni ristoranti e dove finisce la strada sterrata è in costruzione un resort.
La giornata fotograficamente parlando è finita, sarebbe ancora presto per cenare ma a pranzo non ho fatto un pasto vero e proprio è così decido di rilassarmi e mangiare al Ristorante Arifi tra le chiome dei salici che si bagnano sulle acque del lago.
Il Lago di Ohrid ospita nella sue acque alcune particolarità ittiche tra le quali il koran (oppure korani) ovvero la trota del lago Ohrid e il belvica un salmonide che è stato allevato ed intenzionalmente ibridato con la trota di Ohrid.
Sull'informale nota del conto sta scritto koran ma non saprò mai cosa avrò mangiato benchè fosse ottimo. Cotto sulla brace, le carni sode e gustose, nonostante pesce d'acqua dolce, il conto - 1200 leke per il pesce, 200 leke per l'insalata-antipasto e 50 leke per l'acqua - sarà salato :-) A parziale giustificazione in Albania dal 2003 il koran nel periodo riproduttivo è protetto, e dal 2004 in Macedonia ne è proibita la pesca facendo di conseguenza lievitare le quotazioni di mercato.
Rientrando ho avuto la fortuna di vedere lo spettacolo della luna piena che sorge oltre il lago e dietro le montagne della Repubblica di Macedonia. Segno le coordinate, la data e l'ora: non so in quale anno potrei trovarmi nuovamente da queste parti ma non mi farò cogliere impreparato.
Arrivato all'hotel compro una birra e salgo in camera. Sono abbastanza indeciso: fermarmi ancora in Albania (albanese Shqipëria letteralmente Paese delle Aquile) oppure entrare nella Repubblica di Macedonia? Sono riuscito a farmi lavare alcuni indumenti dando una mancia - 200 leke - alla donna che ripulisce le camere ma sono ancora stesi ad asciugare e c'è qualcosa non mi convince completamente all'hotel, ho notato un po' di approssimazione nella gestione e conduzione sia dei titolari che della ragazza che si occupa degli ospiti. Domani mattina prenderò una decisione.
A fine giornata le statistiche del GPS segnano altri 66 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi coperti in 5:50:00.
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