Le ciaspole e l'attrezzatura per il trekking sulla neve
Trekking con le ciaspole nel Parco dell'Etna - Info e foto
27 -12-2013 - Il bollettino meteo per l'Etna del 26 dicembre 2013 ha previsto che, al di sopra dei 1200 metri, nevicherà per l'intera giornata. Il giorno successivo ci saranno le condizioni ideali per svolgere un escursione con le ciaspole nel Parco dell'Etna.
La mattina del 27 dicembre carico sull'automobile attrezzatura fotografica, catene da neve, zaino, racchette da neve e parto.
Dopo i 1100 metri di quota la strada che attraversa gli spogli castagneti si andrà ricoprendo di neve. [mappa]
Decido di fare una deviazione su una sterrata ammantata di candida neve che attraversa una legnaia, interrompendosi ad una casotta.
Faccio ritorno sulla strada principale per la Milia-Nicolosi che però abbandono dopo poche centinaia di metri per un'altra sterrata che mi condurrà all'ingresso della pista alto-montana, il cancello del Demanio Forestale Regionale in contrada Feliciusa-Milia, nella zona A del Parco dell'Etna.
Intorno ai 1450 m. in un tratto in ripida salita sono costretto a mettere le catene da neve. Sono decenni che non monto le catene ma ho ripassato la lezione ed impiegherò una ventina di minuti o poco più per montarle tutte e quattro.
Nella foto, la tipica "sciara" dell'Etna insolitamente glassata dalla neve. In Sicilia è più ovvio che si vada per sciàre che per scìare :-)
Nella fotografia, l'area pedemontana dell'Etna parzialmente coperta di candida neve e ...
... la sommità dell'Etna che sbuffa bianchi vapori dalle sue bocche perennemente attive.
Dopo alcuni chilometri la sterrata si ricongiunge in un quadrivio con la strada principale per Milia-Nicolosi.
Proseguo per meno di un chilometro e svolto in ripida salita sulla strada per la contrada Milia.
Nella foto neve e nuvole.
La strada, dopo essersi immersa con dei tornanti in una fitta pineta, esce allo scoperto nello scenario lunare dominato dall'Etna.
Il trekking: dall'ingresso della pista alto-montana al rifugio Galvarina
Parcheggiata l'automobile, dopo aver indossato zaino e ciaspole, mi incammino sulla pista alto-montana. Lo zaino da 50 l. è quasi carico ed abbastanza pesante ma la cintura addominale fa il suo dovere scaricando il peso sul bacino. In una borsetta posta all'imbocco dello zaino ho risposto i due zoom (Sigma 8-16 mm e Pentax 55-300 mm) ma la fotocamera Pentax K5II con il 17-70 mm la trasporto in una borsa marsupiale per averla a portata di mano. Il cavalletto NanoMax 250 Cullmann è posto lateralmente dentro lo zaino, controbilanciato dalla parte opposta in una tasca esterna da una bottiglia d'acqua da 1,5 l.
E' la seconda volta che uso le racchette da neve e nella prima esperienza ho imparato a mie spese a che serve il blocco del tallone. L'ho capito solo quando fermatomi a fotografare sono caduto per l'aver tentato di girare su me stesso :-) Ovviamente, quando ripartite non dimenticate di sbloccare i talloni.
Dopo poche centinaia di metri il sentiero si immerge nel bosco di pini che sgocciolano. Fermatomi a fotografare, alle mie spalle, in lontananza, scorgo una presenza.
Salgo con le ciaspole apprezzandone la praticità e sopratutto l'isolamento dei piedi dal gelo che in mattinata mi trasmettevano gli scarponcini, leggeri, affondando nella neve.
Salendo di quota il tempo volge al peggio ma non c'è vento. Indosso una maglietta termica da 5 euro comprata su Decathlon ed un vecchio pile leggero con la zip sul collo alto: con lo zaino che protegge interamente il dorso e camminando su una pendenza media non sento freddo e non mi suda molto la schiena. Le gambe sono protette da un sotto pantalone in pile e da una economica tuta in poliestere.
Mi fermo a fotografare dei ghiaccioli di neve, ed alle spalle mi sorprende una voce: una giovane donna, anche lei con le ciaspole ed in solitaria. Scambiamo qualche convenevole e lei cade sulla neve. Un po' auto-ironico le faccio notare che anch'io, cadendo, ho capito a cosa servissero i blocchi del tallone nelle racchette da neve. Lei commenterà che è la sua prima volta con le ciaspole. Mi faccio da parte per farle fotografare i ghiaccioli, ci salutiamo e lei riparte. Io invece ho bisogno di molto più tempo per riuscire a fare delle c.....e mostruose :-)
Prima di arrivare al rifugio Galvarina la strada spiana. Il rifugio è stipato da un gruppo di ragazzi e ragazze, credo scout per via del canto di ringraziamento "Per questo pane bianco" intonato prima di mangiare. Ovviamente, le ragazze cucinano all'aperto mentre i ragazzi che hanno portato gli zaini stanno dentro il rifugio :-)
La ciaspolatrice solitaria mangia un panino e subito dopo riprenderà la strada del ritorno. Anch'io farò così: sono arrivato alle 15:15 impiegando 2 h 15' per coprire i sei chilometri del sentiero e non voglio rientrare troppo tardi avendo nuovamente dimenticato la torcia. Nel mio primo trekking con le ciaspole sono rientrato alle 18:00 ma già molto prima nel bosco fitto ed al di sotto di una certa quota senza il bagliore della neve non vedevo più dove mettevo i piedi. Per ritrovare la pista quando finivo fuori mi ri-orientavo con il tracking GPS che utilizzavo anche come fioca torcia per rischiarare il fondo naturale del sentiero.
Alle 15:40, calzate le ciaspole, mi incammino. Il sole tramonterà alla 16:47 e trovandomi all'incirca a 1900 metri di altitudine è già basso.
La luce sta divenendo molto bella, ma si agita in me il conflitto tra fotografare e ritornare prima che faccia buio.
I raggi del sole fanno scintillare la neve che risplende come miliardi di microscopici diamanti
Fotografare sulla neve calzando le ciaspole da una incredibile sensazione di stabilità ma non si sconfigge così il micromosso fotografico.
Nella fotografia, piccoli e lucenti ghiaccioli di neve pendono da una asperità di sciara ricoperta da muschi e licheni.
Entrato nel bosco, scomparsa la luce, camminando senza distrazioni fotografiche raggiungerò la ciaspolatrice solitaria che però non le calza più e le trasporta riposte nella custodia.
Mi complimenterò con Maria - questo è il suo nome - che scopro lavorare per una agenzia turistica che organizza trekking in Sicilia ed ha fatto un po' di pratica con le racchette da neve in funzione di un loro probabile utilizzo in una escursione nell'ultimo giorno del 2013 con un gruppo anglofone.
Varchiamo il cancello della pista alto-montana alle 17.10.
Ho impiegato 1 h 30' per percorrere i sei chilometri, comprensivi di soste fotografiche, ma in futuro mi attrezzerò per rientrare al buio. Mi congedo da Maria e riparto con l'automobile.
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