Budapest, Ungheria - 2a parte
il Diario
L'intensità delle giornate precedenti stimolano l'appetito e così decido di fare colazione andando verso il centro commerciale di Pest . Arrivato in Vaci utca (si pronuncia utza) [Metro 1 Ferenciek ter], una via molto commerciale e turistica ma alle ore 9:00 del mattino deserta, cerco Piknik Szendvics in via Haris 1 koz un piccolo fast food, uno dei pochi esercizi aperti a quell'ora, e che i miei appunti consigliano per le tartine ungheresi ma il mio appetito mi indurrà a prendere uno sfilatino tipo Autogrill ed acqua per 1040 fiorini. E' stata una delle migliore colazioni rustiche, economica con un sorprendente panino croccante - quando sono in viaggio una delle cose più mi manca è il pane 'casareccio' - farcito con salame ovviamente ungherese, uova e insalata. Qualcuno sta storcendo il naso? alle 9:00 del mattino? :-)
Finita la colazione guardo le vetrine commerciali piene di souvenir come le bambole folkloristiche, da Szamos Marcipan in Parisi 3 ut compro una piccola confezione di marzapane per un'amica speciale ed infine mi dirigo verso la riva del fiume Danubio.
Dopo una lunga passeggiata, in prossimità del Parlamento Ungherese, raggiungo il memoriale all'Olocausto "Scarpe in riva al Danubio" [mappa] là dove molti ebrei ungheresi furono fucilati e gettati nelle acque del Danubio. Le 'freccie crociate' (partito filonazista ungherese) erano soliti incatenare i prigionieri l'uno all'altro sulla riva del fiume, sparare al primo della fila in modo che trascinasse tutti gli altri nel Danubio.
Proseguo, supero il Parlamento Ungherese ed il ponte che collega Pest con l'isola di Margherita e mi dirigo da Pozsonyi Kisvendeglo in via Radnoti Mikols 38 utca, un po' fuori mano e che ha fama di ristorante 'non turistico' ma la lista delle pietanze è tradotta in italiano ed altre lingue invece il menu a prezzo fisso è esclusivamente in lingua ungherese e può sfuggire all'attenzione.
Gli ambienti sono gradevoli, il servizio discreto e cortese; opto per il menu di giornata, acqua e palacsinta (si pronuncia pálacinta) al cacao, un dessert simile alla crepe ma senza burro, al costo di 1630 fiorini che arrotondo a 1800 fiorini poichè sulla ricevuta non è applicato alcuna percentuale per il servizio. A proposito delle mance avevo già letto che in Ungheria non è educato lasciare i soldi al cameriere sul tavolo ma gli si comunica discretamente quanto si intende pagare complessivamente (io mi aiutavo scrivendo sulla ricevuta l'importo totale ed il cameriere capiva al volo).
Il menu fisso di due portate comprende una minestra di patate e dischi di salsiccia affumicata, e mi ha sorpreso con la seconda pietanza perchè sono degli spaghetti, fatti in casa, simili ad una carbonara!. Non saprei dirvi quanto siano una specialità ungherese ma, superato il primo diffidente assaggio, gli spaghetti sono buoni, anche nella cottura anche se mi sembrano cotti senza sale ma anch'io non aggiungo sale all'acqua di cottura, oltre che abbondanti. Il dolce è molto semplice, minimalista. Oggi con 6 euro compreso la mancia ho pranzato!Mangiando mi sono reso conto di aver lasciato le mie guide turistiche, o almeno lo spero, nel fast food dove stamane ho fatto colazione e decido di andarle a riprendere.
Passeggiando per le strade è evidente che Budapest è una gran bella città, con un grande passato, anche se a volte un passato molto difficile, ricca di monumenti artistici, elegante, pulita e curata, fin dalle sue variopinte aiuole.
Recupero le guide e compro un po' d'acqua. Non esiste una fontana, o meglio un paio le ho viste ma asciutte e questo non ispira un grande senso dell'ospitalità ed dell'ecologia ma in compenso nella Budapest Card si vantano di avere tra le migliori acque oligo-minerali d'Europa.
In piazza Vorosmarty ter (Metro 1-2-3 Deak ter) si tiene una fiera primaverile con prodotti artigianali e gastronomici.
Nella stessa piazza, sosta in attesa dei suoi clienti un conducente di risciò con cui è possibile visitare comodamente la città.
Il tempo va ingrigendosi ed a tratti pioviggina, così decido di fare una pausa ammazza-tempo nella leggendaria sala da tè Gerbeaud Kavehaz in Vörösmarty 7-8 tér.
E' pieno di gente, ma riesco a trovare un tavolo libero in fondo al lunghissimo ed ampio corridoio suddiviso in eleganti sale in cui sono utilizzati legni pregiati, marmo e bronzo. I soffitti sono decorati con stucchi rococò in stile Luigi XIV, i lampadari e appliques sono in stile Maria Teresa. I tavoli, in stile secessionista, hanno il piano di vero marmo e 'mi ghiacciaru i vrazza' ;-) .
Azzardo qualche scatto a iso 1600 con il 17-70mm Pentax a f/4 1/25. Ordino un tè caldo ed una fetta di una torta, buona ma che non mi lascerà una grande nostalgia, al prezzo di 2461 fiorini compreso il 15% del servizio. Il tavolino è
Riparto, si avvicina l'ora del treppiede, nel mio caso un piccolo, leggero ed economico Cullmann Nanomax 250 che porto sempre con me.
Per prima riprenderò il Teatro dell'Opera che fu edificato nel 1896 in occasione del millenario dell'Ungheria. La facciata, in stile Neo-Rinascimentale, è adornata con le statue di celebri compositori, tra cui gli ungheresi Liszt e Erkel.
Raggiungo la Basilica di S. Stefano [Metro 1 Bajcsy - Zs ut], nell'ampia piazza altri fotografi con il treppiedi. La basilica fu eretta in onore di Stefano I d'Ungheria il primo re ungherese, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e ortodossa, fondatore dello Stato e della Chiesa ungheresi. La facciata è in stile Neo-Rinascimentale.
In fine, non essendo molto distante, raggiungo il Ponte delle Catene per qualche scatto che registri le strisce luminose delle luci delle automobili. Arrivo un po' in ritardo sia per cielo che sarà 'nero' sia per il traffico che si è rarefatto, così che per rinforzare le 'light tails' oltre al diaframma chiuso ed il polarizzatore in fase di ripresa mi dovrò industriare in post-produzione mascherando più files.
Prima di rientrare all'hotel provo a mangiare qualcosa da Castro Bistro ma è pieno all'inverosimile e non volendo rischiare la chiusura dei mezzi pubblici ed un rientro forzato a piedi mangerò qualcosa in un fast food quasi di fronte all'hotel.
Entro nel fast food e sono l'unico cliente, la signorina al banco è graziosa e piccola, non ha niente di nordico e capisce solo qualche parola d'inglese ma in compenso ci facciamo molte risate causate dalle difficoltà di comprensione reciproca e sopratutto dal fatto che le pizze nelle lista sono denominate con parole italiane, tipo Corleone, maffia e gli faccio capire che io 'sugnu sicilianu' e che mafia non si scrive con due effe come viene pronunciata all'estero. Pizza così così più acqua 1750 fiorini.Alla fine della giornata le statistiche del GPS segnano 42km comprensivi degli spostamenti con mezzi pubblici di superficie ed a piedi.
No comments:
Post a Comment