Viaggio in Albania - 20a parte
il Diario...
del 25° giorno 12-08-2012 - Dopo aver fatto colazione con del pane fresco e un po' di frutta comprata per strada, raggiungo Rragam per provare a imbarcarmi per l'Isola di Shurdhah (albanese: Ishulli i Shurdhahit) creatasi dalla formazione del lago artificiale Vau i Dejes (albanese: Vau i Dejës) alimentato dai fiumi Drin e Gjadri. [mappa]
Vago un po' alla ricerca di una strada che mi porti al lago. Mi viene in aiuto un pastore che mi conferma di essere sulla strada giusta comprendendo le poche parole del mio minimale vocabolario albanese: rruga, liqeni e ishulli ovvero strada, lago e isola.
Raggiunto il lago cercherò invano un imbarco, inoltre, nonostante sia domenica, penso di essere l'unico a voler raggiungere l'Isola di Shurdhah conseguentemente rinuncio.
Dopo aver dato una ripulitina agli interni alquanto impolverati dell'automezzo sulle rive del lago, cambio destinazione: proverò a rintracciare il Monumento ai 5 Eroi che - ho avuto questa informazione da Besmir [Viaggio in Albania - Valbona Pass - 15a parte] - è finito da una piazza centrale di Shkoder in una discarica tra la spazzatura, come dire dalle stelle alle stalle.
Ma abortisco rapidamente il tentativo perchè, nonostante abbia individuato sul navitagore i villaggi - Kuç e Guri i Zi - tra i quali dovrebbe collocarsi l'immondezzaio, l'area è ampia e con una innumerevole rete di stradine.
Nella foto si vedono la magnificente architettura dell'antica moschea ottomana, costruita nel 1733, con le cupole rivestite di piombo e sullo sfondo la collina del Castello di Rozafa (albanese: Kalaja e Rozafës oppure Kalaja e Rozafatit).
A questo punto, dopo aver macinato un po' di km senza aver concluso un granchè andrò a fare un giro nel centro di Shkoder. Il quartiere Gjuhadol uno dei più interessanti della città.
Parcheggio in Rruga Kardinal Mikel Koliqi
che ospita una piccola friggitoria di birek dove mi fermo a fare uno spuntino con due birek mish (in albanese: carne) che costano 40 lek l'uno, 10 lek in più di quelli conditi con yogurt o formaggio). L'arte è tutta nella sfoglia, più che di ripieno si dovrebbe parlare di aromatizzazione. D'altronde con un euro ne compri quattro e sono ottimi per spezzare l'appetito.
Poi camminando per strada mangerò anche un cornetto Algida Disc al prezzo di 100 lek (in genere i prodotti Algida costano di più ma li trovate in buone condizioni di conservazione).
Poi provo ad individuare la Fototeca Pietro Marubi (albanese: Fototeka Kombetare Marubi) ma non sarà facile perchè l'ingresso noi si trova sulla strada e non è adeguatamente segnalato e quando lo trovo ... domenica è chiuso! è il mio giorno fortunato :-(
Arrivato in Rruga Kole Idromeno farò una pausa al riparo dal sole sotto uno dei tanti ombrelloni che affollano l'isola pedonale, bevendo una tonica Britvic per 150 lek.
Prima di fare rientro all'hotel, mangio altri due birek con una birra, e poi mi faccio beccare a percorrere un senso vietato da un vigile urbano che dopo avermi fatto la ramanzina, anche in inglese quando ha realizzato che non avevo capito nulla di quello che mi stava dicendo in albanese, mi assolve :-)
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 58 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
Il tempo nel pomeriggio si guasta, non uscirò dall'hotel ma preparo le prossime tappe. A sera, dopo aver saldato il conto dell'hotel, mi recherò nuovamente in Rruga Kole Idromeno per cenare nel bar-ristorante "San Francisco" che ha una terrazza proprio da cui si gode il passeggio lungo la via pedonale e della Grande Moschea.
Il ristorante mi è stato consigliato dai due mountain bikers che ho conosciuto a Theth [Viaggio in Albania - Theth - 14a parte]. Solitamente non frequento posti così "alla moda". Il ristorante è elegante ed affollato. Ordino ad un cameriere garbato ed efficiente. Mi portano l'acqua "San Benedetto" in una bottiglietta in vetro da 33 cl. questo è sintomo di una certa ricercatezza del locale. Poco dopo il cameriere mi invita ad assaggiare del pane caldo strofinato con aglio ed intinto in aceto ed olio. E' l'ora del canto serale del rabbino proveniente dalla vicina moschea che si mischia con la musica del locale. Segue un'insalata mista con qualche oliva bianca e poi la portata principale, un piatto tipico di Shkodra e del suo lago, la carpa al forno (albanese: Krap ne Tave) in un sugo di pomodoro agrodolce, gustosissima ed abbondante. Dopo essermi consigliato con il simpatico cameriere prendo come dessert, il trilece (albanese: trileçja dal francese tres leches) un po' di pan di spagna con una crema di tre tipi di latte veramente semplice. Il conto, 1650 lek (al cambio 12 euro), è più che giustificato dalla bella posizione, dall'eleganza e pulizia del locale (i bagni sono brillanti e profumati), dal cibo piacevole e dal bon ton del servizio.
Vado a dormire soddisfatto.
Viaggio in Albania - 22a parte
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