Monday, January 7, 2013

Viaggio in Albania - Kelmend - 19a parte


Viaggio in Albania - 18a parte

il Diario...

del 23° giorno 10-08-2012 - Ho dormito bene. A Nikc (albanese: Nikç) come nella Valle di Theth tra le Montagne del Kelmend (albanese Malet e Kelmendit) non ci sono sbalzi termici notevoli tra il giorno e la notte.

Picket Fence Albanian Mountain © ollirgA colazione solo il tè dei pastori. La sera prima avevo chiesto un po' del loro tè di montagna con un po' di pane e miele ma evidentemente non sono riuscito a farmi capire :-( ... però mi regalano un po' di rametti seccati del loro tè di montagna :-)

Alle 7:20 lascio i miei ospiti per ridiscendere a Tamare (albanese Tamarë) e riprendere la strada per Lepushe dove si terrà il Festival dei Montanari, una manifestazione folkloristica di canti e balli, e l'elezione di Miss Montagna. [mappa]

Mentre ridiscendo, ogni tanto mi fermo a fare qualche foto. Alcuni ragazzini giocano vicino al fiume. L'ambientazione selvaggia, il momento spensierato delle tre birbe mi fanno tornare alla mente i protagonisti de "Le Avventure di Huckleberry Finn".






Sono incuriositi dalla mia presenza, si mettono in mostra per farsi fotografare.

Oltre ai saluti in albanese (Buongiorno albanese: Mirëdita Arrivederci albanese: Mirupafshim), scambio qualche parola in inglese con il più intraprendente dei tre, ma sono veramente poche: come per Huck il rapporto con la scuola non è idilliaco ma sicuramente non ha il medesimo disagio familiare.



Creek in Commune Kelmend, Albania © ollirg
Viene voglia di  fermarsi, sedersi ad ascoltare e guardare scorrere le fredde acque cristalline di questo torrente affluente del fiume Cemi.


Ormai sono prossimo al bivio per Tamare. La gola si restringe, la strada passa radente a pareti rocciose che non trasmettono un grande senso di solidità, non sono compatte, dense ma incoerenti e friabili.

Ridisceso nel fondo valle mi dirigo a nord. Raggiunto e superato il villaggio di Tamare (albanese: Tamarë), continuo verso Selce (albanese: Selcë).

Il paesaggio nella gola si amplia, diventa monumentale ma anche più aspro e brullo.






off-road car on dirt road into Cemi Canyon between Tamare and Selce, Kelmend Valley - Albania
Il fondo stradale, non asfaltato, duro e pietroso si svolge lungo l'ampio alveo del Fiume Cemi, tra alte pareti rocciose a picco di ca 300 metri.









St. Nicholas church in Selce village, Kelmend Commune - Albania
Più avanti, la conformazione del vasto Canyon di Selce è estremamente affascinante a causa delle verdi oasi antropizzate che contrastano con le brulle formazioni rocciose in cui si collocano.








church In Selce, Kelmend Commune - Albania © ollirg
La Chiesa Cattolica di San Nicola appartiene al villaggio di Selce ed è posizionata in una di queste oasi verdeggianti ai piedi di un'impressionante scarpata rocciosa.

Una di queste particolari formazioni rocciose, una terrazza calcarea alta 600 metri s.l.m., è famosa  perchè nel 1911 fu teatro della firma di 22 capi tribali albanesi di un memorandum di richieste indipendentiste all'Impero Ottomano, conosciuto anche come il "Libro Rosso". Questo memorandum  trasformò la questione dei Malessori (le popolazioni della Distretto del Malesi e Madhe (albanese: Rrethi i Malësisë së Madhe) in una questione nazionale.




a green valley on the road from Selce to the Lepushe village between Kelmend mountain
Nella foto una vallata (Gropat e Selcës) coronata  di cime sulla strada che da Selce conduce a Lepushe.

Risalendo ancora il paesaggio si trasforma è diventa alpino. All'incirca un'ora più tardi arrivo all'Hotel Predelec dal nome dell'omonimo valico (albanese: Qafë Predelec oppure Qafe Perdolec) frazione di Lepushe (albanese: Lëpushë)  a 1200 metri di quota. L'hotel sfortunatamente per me è pieno, si tiene un simposio sul Kelmend e domani qui si svolgerà la tradizionale festa del folclore delle montagne del Kelmend.

Il titolare dell'hotel mi assicura che domani sera avrà una stanza libera. Sono tutti molto gentili e molti conoscono bene l'italiano. Un giovane albanese che lavora in Italia ed ha una compagna italiana mi indirizza a Vermosh, da un suo zio che ha un bar-ristorante su un albero.

Dopo 9 km, prima di arrivare a Vermosh (albanese: Vërmosh oppure Vërmoshi) la piattaforma su un grandissimo ciliegio, ed una bella fattoria in un grande prato attraggono facilmente l'attenzione.

Faccio conoscenza con il titolare, Vasel, alto e magro, un po' cerimonioso ma persona premurosa e perbene. Salgo la scala per visitare la palafitta sul ciliegio che era un mio sogno da bambino. E' un po' kitsch decorata com'è con chiocciole, ciliege in plastica. Sulla piattaforma, attrezzata di ogni comodità, anche una pecora ed un cinghiale impagliato.

Mangerò ai piedi del grande ciliegio una trota aperta a metà e fritta, che veramente sembra riscaldata, con pane, insalata e patatine. Vasel vuole 5 euro ma non avendo con me euro diventano 500 lek :-)

Chiedo informazioni per dormire e mi fa visitare una delle tante stanze con numerosi letti ma tutte libere. Alcune stanze non hanno una presa elettrica, il bagno è condiviso e vuole 10 euro a posto letto.
Prima di decidere voglio vedere qualche altro ostello (albanese: bujtina) più prossimo a Lepushe. Intanto il tempo si è guastato inesorabilmente, di un plumbeo senza speranza e fa fresco!

A metà giornata le statistiche del GPS segnano 48 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.

Riposo un po' in macchina nei pressi di Vermosh. Qui è pieno di prugnoli stracarichi di piccoli e tondeggianti frutti da cui si ricava la grappa albanese, il raki di prugna (albanese: kumbulle raki).

Riprendo a girovagare. Ogni tanto sbuca qualche raggio di sole ma in questo caso non è stato provvido in quanto mi fa bruciare totalmente i bianchi della camicia e del velo della coppia di anziani che dopo aver rigovernato il gregge al pascolo rientrano alla cascina.

Church In Vermosh, Kelmend Commune - Albania © ollirg
Isolata, in un'ampia radura della valle, la chiesa di Vermosh è di rito cattolico come buona parte della popolazione del Kelmend e delle Alpi Albanesi

Poi su strada asfaltata (sembra un miraggio :-) mi avvicino alla zona di confine con il Montenegro che porta a Gusinje.




panorama of mountain range in the Kelmend Commune, Albania
Nel mio vagabondare un po' deluso dall'assenza del sole riprendo la strada per Lepushe fino a Budac (albanese: Budaç). Miracolosamente, prima di calare completamente farà capolino il sole ad illuminare le montagne che separano l'Albania dal Montenegro consentendomi di scattare qualche foto.

Ho cercato alloggio in altre pensioni più vicine a Lepushe ma, in occasione del festival, le camerate sono affollate e preferisco ritornare a Vermosh dove dormirò da solo.

Effettivamente da Vasel nella sua guest-house "Kafe Natyra" dormirò da solo ma bisogna pur sempre adattarsi alla condivisione familiare che sarà maggiore che a Nikc perchè la famiglia di Vasel è numerosa e rumorosa, ci sono bambini piccoli (mi stavo lavando le mani in bagno per andare a cenare quando ne è entrato uno che vuole fare la pipì :-) e c'è un gran viavai forse a causa della festa di domani. In camera non c'è una presa elettrica ma Vasel, premurosissimo, mi procura una prolunga per poter caricare le mie innumerevoli batterie in camera, ma bussa ed entra simultaneamente!

A cena chiedo di nuovo trota fritta (che mi dà la certezza che quella consumata a pranzo è stata riscaldata) con patatine fritte abbondanti ed altre piccole portate al costo di 4 euro. Mangio in compagnia dei nipoti di Vasel che guardano la televisione o giocano al computer. Sono ragazzi e ragazze tra i 10 e 14 anni alcuni dei quali vivono e studiano con i  loro genitori in Italia.

A fine giornata le statistiche del GPS segnano altri 29 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.


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