Viaggio in Albania - 22a parte
il Diario...
del 27° giorno 14-08-2012 - Ho dormito bene, su un buono materasso consistente. La sveglia alle 5:00 arriva come una fucilata. Vado a fare la doccia nel bagno esterno alla camera ma non c'è dove poggiare gli asciugamani e lo scarico è lento a far defluire l'acqua. Parto dall'hotel di Fierze e mi dirigo a Breglum (a volte Bregluma) da dove ci si imbarca sul traghetto (albanese trageti) diretto a Koman e lì parcheggio l'automobile. [mappa]
All'imbarco c'è un piccolo battello fluviale, bianco ed azzurro di nome "Dragobia", che ci porterà fino alla di Koman.
Le acque del Lago di Fierza (albanese: Liqeni i Fierzës) sono immobili, albeggia nella direzione opposta a quello che sarà il corso della navigazione, il sole non ha ancora fatto capolino dietro le montagne.
Salgo sul piccolo ferry boat senza il biglietto che mi verrà staccato a corsa iniziata e costerà 500 lek.
Poco dopo si parte ma ci si dirige subito sulla sponda opposta per far salire altri passeggeri in attesa.
Imbarcati i passeggeri, iniziamo la navigazione procedendo verso ovest. Con i primi raggi di luce si creano affascinanti immagini speculari.
Mi sono posizionato in piedi, zaino in spalla, a prua dell'imbarcazione e nonostante una maglietta a manica lunga ed un leggero giubbotto a vento per tutto il viaggio di andata soffrirò il freddo. Un pile leggero ed i pantaloni lunghi mi sono mancati!
Nella foto parecchie decine di passeggeri, uomini, donne, bambini ed anziani, attendono l'attracco del battello.
Per i coloni albanesi che vivono in quest'area rurale il ferry-bus è un servizio indispensabile che consente di raggiungere Koman in circa 3 ore. L'alternativa sono ben 160 km di tortuosi saliscendi di una strada di montagna.
Nel ritaglio ho ingrandito il momento in cui vengono imbarcate anche due recalcitranti pecore che condotte a forza sul battello, prima di raggiungere la poppa, si faranno letteralmente addosso sul passaggio che gira intorno alla cabina passeggeri.
Come per quasi tutti gli altri scali che si succederanno non si capisce da dove arrivino i passeggeri: non vedo abitazioni, non vedo strade ma vedo scoscesi pendii e montagne boscose.
Prima di arrivare al capolinea siamo pieni all'inverosimile di persone e bagagli. Ci si arrangia come meglio si può per far posto ad ogni imbarcato ma non si lascia a terra nessuno.
Nella foto, la rossa bandiera albanese con l'aquila bicipite sventola sulla cabina dell'affollato bus-ferry.
In questo tratto della navigazione le pareti rocciose coperte di vegetazione che fiancheggiano le acque le lago lo rendono molto simile a un fiordo scandinavo.
La navigazione fino a Koman è durata 2h e 50' facendo 34 km ed una decina di scali per imbarcare i passeggeri.
L'imbarco è affollato di gente, ma anche di barche a motore private e pubbliche che svolgono servizio su tragitti più brevi.
Dopo una breve sosta si riparte per fare la navigazione inversa.
Io ho evitato di fotografarla, ma sovente la spazzatura galleggia sulla superficie del lago. Tutti gli involucri di quanto venduto a bordo - sigarette, patatine, bevande - finiscono con noncuranza in acqua :-(
Sul pinnacolo di roccia che sovrasta la fattoria una croce bianca simboleggia il sentimento religioso di queste aree montane dell'Albania settentrionale ma bisogna confessare che in Albania, musulmani, cristiani ortodossi e cattolici convivono e si mescolano pacificamente senza fondamentalismi.
Alle 12:30 sbarchiamo a Bregluma, pago il posteggio dell'automobile, 200 lek, e mi dirigo verso Bajram Curri.
A metà giornata le statistiche del GPS segnano 82 km comprensivi di trasferimenti in automobile, sul ferry boat ed a piedi.
Alle 14:45 sono già in marcia per Bajram Curri, 6.500 abitanti a 350 metri s.l.m., una cittadina che prende il nome da un uomo colto, un eroe nazionale nato in una vicina città allora albanese oggi kosovara, e che si distinse negli anni decisivi per il raggiungimento dell'indipendenza albanese e la determinazione dei suoi confini, dal 1900 in poi, fino a ricoprire alte cariche di governo.
Per non venire catturato, si suicidò il 29 marzo 1925 in una grotta nei dintorni di Dragobia - ricordate il nome del traghetto? - poi, in suo onore, il villaggio venne ribattezzato col suo nome. Sulla mia vecchia, del 2006, Lonely Planet "Balcani Occidentali" a pag. 82 si può leggere: "... è il nord del paese ad essere più rischioso, sopratutto località come Bajram Curri e Tropoja (da evitare, se non avete una guida)". Oggi certe avvertenze sono superflue. Comunque potete controllare gli avvisi del Ministero degli Esteri sul sito Viaggiare Sicuri.
Bajram Curri è anche la porta di accesso al Parco Nazionale della Valle di Valbona (albanese: Lugina e Valbonës) (albanese Parku Kombëtar i Luginës së Valbonës). Dopo qualche giro in cerca di soggetti fotografici e cercando di individuare il Canyon di Shoshan, faccio il pieno di benzina e mi dirigo sulla strada a fondo naturale che sale seguendo il corso del fiume Valbona (albanese: Valbonë). [mappa]
Dopo 16 km di fuoristrada decido di fermarmi presso l'Hotel Rilindja un grazioso chalet il cui nome in albanese significa "rinascita". Stanza doppia uso singola, piccolina, e bagno esterno condiviso con il solito problema del dove appendere asciugamani ed indumenti di ricambio, per 15 euro. Gentilmente, senza addebitarmi nulla, mi fanno un piccolo bucato in lavatrice.
Mangio all'hotel che ha un vivaio di trote. A differenza di una trota non molta fresca o congelata, le lische sgusciano via dalla carne e la pelle è leggerissima. Trota fritta, che ha come unico difetto l'essere sola nel piatto, ed insalata (650 lek) ma è ancora presto e sono ancora pieno del pranzo precedente.
Nella foto una trota albina.
Nella mia camera preparo l'itinerario per domani, poi sopraggiunge il sonno.
A fine giornata le statistiche del GPS segnano altri 38 km comprensivi di trasferimenti in automobile ed a piedi.
Viaggio in Albania - 24a parte
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Bellissima la descrizione come il paesaggio molto realistico.... Grazie
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ReplyDeleteTraghetti albania